Nell'ambito dei Campi ElettroMagnetici occorre distinguere tra sorgenti la cui emissione elettromagnetica è accidentale, cioè non direttamente collegata all'espletamento del servizio svolto dalla sorgente stessa, (elettrodotti ed elettrodomestici ad esempio), e quelle per le quali l'emissione di campi elettrici, magnetici od elettromagnetici è funzionale allo svolgimento del servizio. Si debbono anche prendere in esame tre bande di frequenza che definiscono sorgenti a frequenze estremamente basse (ELF), (fino a 3 KHz), sorgenti a frequenze intermedie, (da 3 kHz a 3 MHz) ed a radiofrequenze (RF), (oltre i 3 MHz). Queste ultime sono principalmente costituite dalle antenne per telecomunicazioni e dai ponti radio. Le sorgenti a frequenze estremamente basse sono invece associate al trasporto ed alla distribuzione di energia elettrica. 

    L'esposizione ai campi elettromagnetici può essere di tipo indoor, che interessa per lo più solo gli ambienti confinati, ed esposizione outdoor, che interessa anche l'ambiente esterno.

    Occorre inoltre distinguere le sorgenti ambientali di campi elettromagnetici, intendendo con questo termine le sorgenti a cui si può trovare esposta la popolazione nella vita di tutti i giorni, tanto nell'ambiente esterno quanto negli ambienti confinati, da quelle professionali, che riguardano invece chi è esposto per motivi inerenti la propria attività lavorativa.

    Negli ambienti di lavoro si riscontrano i più alti valori di esposizione, infatti nell'ambito professionale si fa uso di tecnologie basate sull'impiego di campi elettromagnetici. Vicecersa rende significative le esposizioni non professionali l'ampiezza dei campioni di popolazione esposti ed il tempo prolungato di esposizione.
   

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